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Tutelare l’autodeterminazione di una persona è l’interesse perseguito dalla legge 18/1980 ossia la normativa in materia di indennità di accompagnamento.
Devi sapere che ci sono malattie che incidono direttamente sulla capacità di deambulare di un soggetto o sulla sua attitudine a svolgere i compiti propri dell’età ed altre che lo fanno in modo indiretto.
In breve: In questo articolo ti spiegheremo quali sono i requisiti per ottenere l’indennità di accompagnamento, quali sono le patologie che ne danno diritto e quali sono le caratteristiche che deve avere la documentazione medica per ottenerne il riconoscimento.
Punti salienti
Ancora una volta è necessario ricordare che è la legge, in particolare l’art. 1 della legge 18/1980, a stabilire che ha diritto all’indennità di accompagnamento chi non è in grado di deambulare autonomamente o senza l’aiuto permanente di un accompagnatore, oppure chi non è in grado di compiere gli atti quotidiani della vita.
Queste due condizioni possono avverarsi contemporaneamente oppure alternativamente e danno diritto al riconoscimento di questa indennità che il nostro ordinamento prevede per tutelare quei soggetti che non sono in grado di autodeterminarsi.
Indicati i requisiti per ottenere il riconoscimento dell’indennità di accompagnamento possiamo dire quali sono le patologie che possono darne diritto.
È bene precisare che tali disturbi, sia mentali che fisici, devono necessariamente incidere sull’uno o sull’altro requisito poc’anzi descritti.
Di seguito si farà menzione di alcune di queste malattie a titolo meramente esemplificativo e non esaustivo.
Tra le più diffuse malattie mentali che possono incidere sulla capacità di autodeterminazione di una persona troviamo il bipolarismo, la schizofrenia e la depressione.
Mentre con riferimento alle malattie fisiche meritano di essere senz’altro menzionate quelle di natura neurologica come il morbo di Parkinson e l’Alzheimer, oppure le malattie dell’apparato cardio circolatorio, malattie che necessitano di trattamenti e terapie particolarmente impegnativi per l’organismo quali l’ossigenoterapia, la chemioterapia o la dialisi.
Possono consentire il riconoscimento dell’indennità di accompagnamento anche alcuni esiti di interventi chirurgici.
Sappiamo ormai che per presentare la domanda per il riconoscimento dell’indennità di accompagnamento è necessario prima recarsi dal proprio medico curante per inoltrare all’Inps il certificato medico telematico.
Ma è importante compilare accuratamente questo certificato oppure è solo propedeutico alla domanda amministrativa?
La risposta è senz’altro positiva. È importante inserire in questo certificato tutte le patologie di cui il richiedente è sofferente.
Tale certificato viene valutato dalla Commissione e per tale ragione deve contenere l’esatta e puntuale indicazione di tutte le malattie lamentate, con la precisazione che il richiedente deve possedere la documentazione medica in grado di certificarle.
Se non si è in possesso di un certificato in grado di dimostrare la patologia sofferta è bene non inserirla.
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Come spesso accade in molti altri contesti ciò che conta non è la quantità ma la qualità.
Lo stesso può dirsi con riferimento alla documentazione medica da produrre alla commissione medica dell’Inps in sede di visita.
Le indicazioni che seguono sono valide sia che si tratti di un primo accertamento dell’invalidità civile, sia che si tratti di una revisione, sia che si tratti di una visita “in presenza”, sia che si tratti di una visita sulla sola scorta della documentazione medica, quest’ultima molto frequente soprattutto durante il periodo di emergenza sanitaria.
La documentazione medica da far valutare alla Commissione dell’Inps deve dare massima evidenza agli effetti invalidanti delle patologie sofferte.
Deve essere adeguata ovvero idonea a dimostrare il quadro patologico lamentato. Per fare un esempio: se nel certificato medico telematico il paziente ha riferito di avere il diabete mellito non sarà sufficiente produrre l’esame del sangue ma sarà necessario e opportuno presentare un certificato del diabetologo.
In secondo luogo la documentazione medica deve essere pertinente alle proprie patologie.
In ultimo ma non per importanza, la documentazione medica deve essere aggiornata. Non occorre far valutare tutte le certificazioni di cui si è in possesso ma solo quelle più recenti e soprattutto aggiornate all’attuale stato fisico.
Vuoi parlare con un esperto? Vuoi far valutare il tuo caso o avere maggiori informazioni? Scrivici qui.
Nota bene
Il presente articolo ha il solo scopo di fornire informazioni di carattere generale sulle ultime novità normative e giurisprudenziali relative ai temi trattatati dallo Studio Legale.
Di conseguenza, non costituisce un parere legale né può in alcun modo considerarsi come sostitutiva di una specifica consulenza legale.
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