L’installazione di telecamere sul luogo di lavoro è sempre lecita?
Cosa succede se non c’è un accordo sindacale alla base?
Come noto, l’installazione delle telecamere nei luoghi di lavoro è sanzionata e costituisce reato quando non anticipata dall’assenso sindacale o da un provvedimento autorizzativo da parte della Direzione Territoriale del Lavoro.
La Corte di Cassazione, Sezione Penale, chiarisce gli elementi che possono escludere il reato in caso di installazione delle telecamere nei luoghi di lavoro.
Indice
- La vicenda. L’installazione delle telecamere.
- La decisione. Quando la sorveglianza non è reato.
- Il commento dello Studio
La vicenda. L’installazione delle telecamere.
Il titolare di una ditta ha subito un giudizio ed una condanna penale per aver installato delle telecamere all’interno dell’azienda senza aver richiesto l’accordo delle rappresentanze sindacali aziendali o dell’Ispettorato.
L’imprenditore ha impugnato in Cassazione la condanna subita, affermando che le telecamere non erano finalizzate al controllo a distanza dei dipendenti. Le aveva invece installate per costituire dei sistemi difensivi posti a tutela del patrimonio aziendale.
La decisione. Quando la sorveglianza non è reato.
Secondo la Cassazione non si configura reato quando l’impianto audiovisivo o di controllo a distanza sia strettamente funzionale alla tutela del patrimonio aziendale. Questo anche se installato sul luogo di lavoro senza un preventivo accordo con le rappresentanze sindacali o di autorizzazione dell’Ispettorato.
Tuttavia, la Cassazione precisa che l’installazione delle telecamere debba essere:
strettamente funzionale alla tutela del patrimonio aziendale, sempre, però, che il suo utilizzo non implichi un significativo controllo sull’ordinario svolgimento dell’attività lavorativa dei dipendenti, o debba restare necessariamente “riservato” per consentire l’accertamento di gravi condotte illecite degli stessi.
Cass. Penale, Sentenza n. 3255 del 27.01.2021
Nel caso di specie, la Cassazione ha valorizzato la circostanza che le telecamere installate dal titolare del negozio, essendo puntate sulla cassa e gli scaffali, non potevano ritenersi poste a controllo dell’ordinaria attività lavorativa.
Il commento dello Studio
La sentenza in commento ricorda come l’installazione di un impianto di videosorveglianza è lecita anche in assenza di accordi con i sindacati solo qualora:
- l’unico scopo è il controllo del patrimonio aziendale;
- le telecamere non devono poter verificare l’ordinario svolgimento dell’attività lavorativa dei dipendenti.
Sul punto è utile ricordare come l’installazione della videosorveglianza sul posto di lavoro è ammessa solo se impiegata per:
- esigenze organizzative e produttive;
- tutela della sicurezza del lavoro;
- tutela del patrimonio aziendale.
Per richiedere la preventiva autorizzazione, se non sulla base di un accordo sindacale, le aziende dovranno presentare apposita istanza utilizzando la modulistica disponibile sul sito dell’Ispettorato Nazionale del Lavoro.
Se gli impianti sono installati per motivi di “sicurezza sul lavoro” l’istanza deve essere corredata dagli estratti del DVR e la conservazione dei dati dovrà rispettare le indicazioni del Garante per la protezione dei dati personali e prevedere la nomina di un incaricato della gestione dei dati registrati.
É poi necessaria la preventiva informazione ai lavoratori e la presenza di un cartello informativo esposto sui luoghi di lavoro.
Si ricorda anche che l’eventuale accordo fatto firmare ai lavoratori per l’autorizzazione all’impiego delle telecamere, non esonera il datore dal richiedere le necessarie autorizzazioni ai sindacati o alla direzione del lavoro.
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Avvertenze
Il presente articolo ha il solo scopo di fornire informazioni di carattere generale sulle ultime novità normative e giurisprudenziali relative ai temi trattatati dallo Studio Legale. Di conseguenza, non costituisce un parere legale né può in alcun modo considerarsi come sostitutiva di una specifica consulenza legale.
Photo by Alex Knight on Unsplash
Una risposta
Per informarsi ci vuole molto tempo, non siamo nati imparati e ci vuole almeno un corso sociale o scolastico di economia e finanze per avere un quadro generale piu chiaro, solo a scopo di commentare, poi intercorrono gli illeciti di condominio, dove il richiedente che si trova in indagini aperte vuole diritti sulla privacy ma non sgancia mai il suo turno, a 360 gradi sicurezze dagli altri, questo parassitismo che si riversa negli ambienti sanitari e magari per colpa di questi maledetti non abbiamo sul territorio aiuti doverosi delle nostre classi sociali, sempre meno aiuti e rimpiazzi di gentaglia che non sopporta due ore di lavoro, vogliono solo i soldi e vivacchiare, mi riferisco a zone come palermo e company, io sono sardo, ho gradi di parentela li quindi sono al corrente di questi litigi condominiali e,o lavorativi, le telecamere? condono? reato? permessi? NON ROMPETE . troppi sono gli avvalli di codeste persone, che vogliono insinuarsi nelle vostre vite per comandarvi, reagite con chi compete, e se avete dubbi citateli in prima persona, vedete prima che succede con un ipotesi di reato, le telecamere sono garanzie lecite, non sono estorsioni, sono fonti documentabili, solo se sei disonesto e ti conosci abbastanza per non capire quanto stai inquinando a vite altrui, solo allora avrai quest impressione distorta della realtà, che sia un reato averle . CIAO !