Riconosciuto il suicidio come infortunio sul lavoro

Il Tribunale di Catania riconosce per un caso di suicidio l’infortunio sul lavoro. Il caso analizzato e i precedenti europei.
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Il Tribunale di Catania ha riconosciuto il suicidio come infortunio sul lavoro.

Il Tribunale conferma così la correlazione tra stress lavorativo e suicidio del lavoratore.

Tale decisione porta avanti una giurisprudenza già formatasi anche all’estero e che dimostra come l’eccessivo stress lavorativo abbia portato diversi lavoratori a togliersi la vita.

I primi casi avuti in Francia ed in Giappone hanno aperto gli occhi su una piaga che, purtroppo, riguarda anche l’Italia.

Il suicidio del lavoratore è indennizzabile quando risulti causato dallo stress conseguente all’eccessivo sovraccarico lavorativo disposto dal datore di lavoro.

Indice

La vicenda

Il triste epilogo di un eccessivo stress lavorativo ha portato un lavoratore al suicidio.

Tale suicidio veniva considerato dal Tribunale di Catania indennizzabile quale “infortunio sul lavoro” in ragione del processo depressivo nato dall’eccessivo impegno lavorativo richiesto al lavoratore nel raggiungere il prefissato obiettivo.

La decisione del Tribunale di Catania si caratterizza per aver dato seguito ad alcuni precedenti giurisprudenziali di provenienza estera.

Il precedente francese

Nel 2010 una casa automobilistica francese veniva condannata dal tribunale di sicurezza sociale di Nanterre per il suicidio di un suo ingegnere, uccisosi a causa dello stress provocato dall’imposizione di orari di lavoro troppo duri.

L’ingegnere morto suicida aveva 39 anni, con moglie e figlio minorenne. Il 20 ottobre 2006 si gettò dal quinto piano del Centro tecnologico di Guyancourt, alle porte di Parigi.

Secondo la testimonianza della moglie per raggiungere gli obiettivi che gli avevano fissato, il marito lavorava tutte le sere, tutte le notti, tutti i weekend.

Sempre la moglie affermava come negli ultimi mesi dormisse solo due ore per notte e le diceva continuamente che comunque non sarebbe mai riuscito a farcela.

Nel medesimo periodo altri tre dipendenti del reparto progettazione si sarebbero uccisi per lo stesso motivo.

Secondo i sindacati francesi sarebbero molte le grandi imprese che, a causa dei sistemi manageriali aggressivi o dei trattamenti degradanti adottati, avrebbero indirettamente spinto a questa scelta numerosi lavoratori.

La decisione

Secondo il Tribunale di Catania, sentenza del 30 maggio 2018, il suicidio del lavoratore sovraccaricato costituisce infortunio sul lavoro.

La qualifica da “infortunio sul lavoro” ha permesso di renderla indennizzabile da parte dell’Inail, mediante una rendita ai superstiti.

Secondo il Tribunale siciliano, il suicidio del lavoratore è indennizzabile ogniqualvolta risulti causato dallo stress conseguente all’eccessivo sovraccarico lavorativo disposto dal datore di lavoro.

Il commento

Particolarmente importante risulta la precisazione portata dal Tribunale di Catania sul fatto che

la correlazione da stress da lavoro e suicidio è del resto riconosciuta dall’Organizzazione Internazionale del lavoro (ILO)

Come risulta dal documento approvato già nel lontato 28 aprile 2011, durante la giornata mondiale per la salute e la sicurezza sul lavoro, denominato “Emerging risk and new patterns of prevention in a changing world of work”, già nel 2010 si confermava una sempre più diffusa correlazione tra lo stress lavorativo ed i casi di suicidio.
In ipotesi di questo tipo, l’unico strumento utile si conferma la prevenzione, il monitoraggio e la necessaria sensibilizzazione dei datori di lavoro e dei lavoratori in ordine agli irreparabili rischi del troppo lavoro.

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Il presente articolo ha il solo scopo di fornire informazioni di carattere generale sulle ultime novità normative e giurisprudenziali relative ai temi trattatati dallo Studio Legale. Di conseguenza, non costituisce un parere legale né può in alcun modo considerarsi come sostitutiva di una specifica consulenza legale.

Photo by Sebastian Herrmann on Unsplash

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