Cos’è il “tempo tuta”? Dev’essere sempre retribuito per legge?
Molti lavori prevedono che i dipendenti indossino uno specifico abbigliamento, e non sempre è chiaro se il tempo dedicato ad indossare/togliere tale abbigliamento (c.d. “tempo tuta”) debba essere retribuito dal datore di lavoro.
In questo articolo, analizzeremo l’ultimo chiarimento offerto dalla Corte di Cassazione sul punto.
Indice
- La vicenda. La richiesta della retribuzione per il tempo tuta.
- La decisione. La Cassazione spiega quando il tempo tuta va retribuito.
- Gli indici dell’eterodirezione
- Il commento
La vicenda. La richiesta della retribuzione per il tempo tuta.
Un gruppo di lavoratori ricorreva giudizialmente per vedersi riconosciuto il diritto alla retribuzione per il c.d. “tempo tuta”.
In altri termini, i lavoratori chiedevano che il tempo dagli stessi impiegato per indossare/togliere gli abiti da lavoro venisse loro retribuito.
La Corte d’Appello rigettava le richieste dei lavoratori poiché il datore di lavoro non imponeva ai dipendenti tempi, modalità e luoghi per vestirsi.
La decisione. La Cassazione spiega quando il tempo tuta va retribuito.
Per spiegare quando il c.d. “tempo tuta” vada retribuito, la Cassazione ha distinto tra “eterodirezione” dell’attività di vestizione/svestizione e semplice “diligenza preparatoria” del lavoratore.
In particolare,
Nel rapporto di lavoro subordinato, il tempo necessario a indossare l’abbigliamento di servizio (“tempo-tuta”) costituisce tempo di lavoro soltanto ove qualificato da eterodirezione.
Cassazione, ordinanza n. 15763/2021
E il datore di lavoro esercita una “eterodirezione” in tutti quei casi in cui disciplina il tempo, il luogo e le modalità da rispettare per l’attività di vestizione/svestizione.
In assenza di tale requisito, il “tempo tuta”
rientra nella diligenza preparatoria inclusa nell’obbligazione principale del lavoratore e non dà titolo ad autonomo corrispettivo.
Cassazione, ordinanza n. 15763/2021
Gli indici dell’eterodirezione
Il lavoratore, quindi, per pretendere la retribuzione del “tempo tuta”, dovrà dare prova della presenza di eterodirezione di tale attività.
E la giurisprudenza ha individuato alcuni “indici” dell’eterodirezione.
In particolare, si ricordano:
- l’esplicita disciplina d’impresa, cioè il caso in cui il datore di lavoro imponga di prepararsi sul luogo di lavoro e di lasciare li la divisa;
- la natura degli indumenti e la specifica funzione che gli stessi devono assolvere, valutando la possibilità o meno di indossarli/toglierli anche fuori dal luogo di lavoro.
Il commento
È importante, quindi, capire, nei diversi casi, se il lavoratore provveda ad indossare/dismettere la propria divisa sotto il controllo e la regolamentazione del datore di lavoro oppure no.
Solo in tal caso, allo stesso spetterà la retribuzione per il tempo impiegato in tale attività.
Il tempo che dedichi ad indossare ed a togliere gli abiti da lavoro è regolato da precise indicazioni del tuo datore di lavoro?
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Avvertenze
Il presente articolo ha il solo scopo di fornire informazioni di carattere generale sulle ultime novità normative e giurisprudenziali relative ai temi trattatati dallo Studio Legale. Di conseguenza, non costituisce un parere legale né può in alcun modo considerarsi come sostitutiva di una specifica consulenza legale.
Photo by Max LaRochelle on Unsplash