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Sono sempre più i casi di lavoratori con stipendi arretrati non pagati, ma quali sono gli strumenti utili al recupero di quanto dovuto?
È vero che se il datore non paga lo stipendio o se ritarda lo stipendio aumenta?
In breve
Nel presente articolo verranno forniti dei chiarimenti sulle modalità di recupero degli stipendi arretrati.
Indice
Il datore di lavoro, salvo diversa previsione del CCNL, è tenuto al pagamento dello stipendio alla fine del mese in cui è stata svolta la prestazione.
Tale data viene usualmente identificata al giorno 27 del mese, ma alcuni CCNL potranno anche prevedere una diversa o successiva data.
Se il lavoratore è tenuto a svolgere l’attività richiesta nel contratto di lavoro con puntualità e diligenza, allo stesso modo il datore di lavoro è tenuto al puntuale pagamento degli stipendi.
Pertanto, in caso di mancato pagamento degli stipendi, dopo aver magari tentato di chiedere chiarimenti al datore di lavoro, il lavoratore potrà:
La disoccupazione è riconosciuta in caso di dimissioni a patto che queste siano formulate per “giusta causa”.
In altri termini non dovranno essere conseguenza della libera scelta del lavoratore, ma quest’ultimo dovrà essere stato costretto dall’inadempimento del datore.
In questo caso, il lavoratore ha anche diritto a:
Si, ma va fatto un chiarimento.
Il datore di lavoro è “sostituto di imposta” e ciò vuol dire che quando paga lo stipendio non si limita a versare delle somme al lavoratore ma, appunto quale “sostituto d’imposta”, provvede anche a pagare le relative tasse per conto del lavoratore.
Pertanto, nel caso del lavoratore autonomo le somme versategli sono già al lordo e poi sarà lui a versare le relative tasse dovute.
Nel caso del lavoro subordinato, al lavoratore dipendente viene pagato solo il netto della retribuzione e quindi quanto dovuto meno le tasse.
Pertanto, in caso di inadempimento o comunque prolungato ritardo negli stipendi il credito spettante al lavoratore per differenze retributive dovrà essere effettuato al lordo sia delle ritenute fiscali, sia di quella parte delle ritenute previdenziali gravanti sul lavoratore.
Sul punto, la giurisprudenza precisa come al datore di lavoro sia consentito procedere alle ritenute previdenziali a carico del lavoratore solo nel caso di tempestivo pagamento del relativo contributo1.
1Tribunale Civitavecchia Sez. lavoro Sent., 03/10/2019, anche anche Corte di Cassazione, Sez. Lavoro, sentenza 18 giugno – 14 settembre 2015, n. 18044
Pertanto, sono diversi gli strumenti a tutela a tutela del lavoratore.
Il lavoratore dovrà poi ricordarsi che, una volta interrotto il rapporto, dovrà agire entro 5 anni per evitare la prescrizione dei crediti ed il non poter più richiedere alcuna somma.
Inoltre, a tutela del TFR, l’INPS ha previsto un apposito Fondo volto a garantire il pagamento del TFR dovuto, qualora il datore di lavoro non intenda versarlo.
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Avvertenze
Il presente articolo ha il solo scopo di fornire informazioni di carattere generale sulle ultime novità normative e giurisprudenziali relative ai temi trattatati dallo Studio Legale.
Di conseguenza, non costituisce un parere legale né può in alcun modo considerarsi come sostitutiva di una specifica consulenza legale.
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