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Home Dizionario lavoro

Come recuperare gli stipendi arretrati? È vero che in caso di ritardo lo stipendio aumenta?

Antonio Rosetta by Antonio Rosetta
Settembre 16, 2021
in Dizionario lavoro
Reading Time: 4 mins read
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Il pagamento dello stipendio aumenta in caso di ritardo? - Studio Legale Rosetta

Sono sempre più i casi di lavoratori con stipendi arretrati non pagati, ma quali sono gli strumenti utili al recupero di quanto dovuto?

È vero che se il datore non paga lo stipendio o se ritarda lo stipendio aumenta?

In breve

Nel presente articolo verranno forniti dei chiarimenti sulle modalità di recupero degli stipendi arretrati.

Indice

  • Il datore di lavoro quando deve pagare lo stipendio?
  • Quali sono gli strumenti a tutela del lavoratore in caso di mancato pagamento dello stipendio?
  • Le dimissioni per giusta causa danno diritto alla disoccupazione (NASPI)?
  • È vero che in caso di ritardo lo stipendio aumenta?
  • Il commento 

Il datore di lavoro quando deve pagare lo stipendio?

Il datore di lavoro, salvo diversa previsione del CCNL, è tenuto al pagamento dello stipendio alla fine del mese in cui è stata svolta la prestazione.

Tale data viene usualmente identificata al giorno 27 del mese, ma alcuni CCNL potranno anche prevedere una diversa o successiva data.

Quali sono gli strumenti a tutela del lavoratore in caso di mancato pagamento dello stipendio?

Se il lavoratore è tenuto a svolgere l’attività richiesta nel contratto di lavoro con puntualità e diligenza, allo stesso modo il datore di lavoro è tenuto al puntuale pagamento degli stipendi.

Pertanto, in caso di mancato pagamento degli stipendi, dopo aver magari tentato di chiedere chiarimenti al datore di lavoro, il lavoratore potrà:

  1. Inviare una diffida e messa in mora; 
  2. Formulare eccezione di inadempimento e quindi negarsi dallo svolgere ulteriore attività prima che venga effettuato il saldo degli arretrati (si pensi al caso in cui si tratti di diverse mensilità non pagate);
  3. Inviare le proprie dimissioni per giusta causa;
  4. Promuovere un decreto ingiuntivo o un giudizio davanti al Giudice del lavoro.

Le dimissioni per giusta causa danno diritto alla disoccupazione (NASPI)?

La disoccupazione è riconosciuta in caso di dimissioni a patto che queste siano formulate per “giusta causa”.

In altri termini non dovranno essere conseguenza della libera scelta del lavoratore, ma quest’ultimo dovrà essere stato costretto dall’inadempimento del datore.

In questo caso, il lavoratore ha anche diritto a:

  • Essere esentato dal dare il preavviso;
  • Richiedere l’indennità sostitutiva del preavviso, dato che è il lavoratore che si è trovato senza preavviso a subire dell’inadempimento del datore.

È vero che in caso di ritardo lo stipendio aumenta?

Si, ma va fatto un chiarimento.

Il datore di lavoro è “sostituto di imposta” e ciò vuol dire che quando paga lo stipendio non si limita a versare delle somme al lavoratore ma, appunto quale “sostituto d’imposta”, provvede anche a pagare le relative tasse per conto del lavoratore.

Pertanto, nel caso del lavoratore autonomo le somme versategli sono già al lordo e poi sarà lui a versare le relative tasse dovute.

Nel caso del lavoro subordinato, al lavoratore dipendente viene pagato solo il netto della retribuzione e quindi quanto dovuto meno le tasse.

Pertanto, in caso di inadempimento o comunque prolungato ritardo negli stipendi il credito spettante al lavoratore per differenze retributive dovrà essere effettuato al lordo sia delle ritenute fiscali, sia di quella parte delle ritenute previdenziali gravanti sul lavoratore. 

Sul punto, la giurisprudenza precisa come al datore di lavoro sia consentito procedere alle ritenute previdenziali a carico del lavoratore solo nel caso di tempestivo pagamento del relativo contributo1.


1Tribunale Civitavecchia Sez. lavoro Sent., 03/10/2019, anche anche Corte di Cassazione, Sez. Lavoro, sentenza 18 giugno – 14 settembre 2015, n. 18044

Il commento

Pertanto, sono diversi gli strumenti a tutela a tutela del lavoratore.

Il lavoratore dovrà poi ricordarsi che, una volta interrotto il rapporto, dovrà agire entro 5 anni per evitare la prescrizione dei crediti ed il non poter più richiedere alcuna somma.

Inoltre, a tutela del TFR, l’INPS ha previsto un apposito Fondo volto a garantire il pagamento del TFR dovuto, qualora il datore di lavoro non intenda versarlo.

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Avvertenze

Il presente articolo ha il solo scopo di fornire informazioni di carattere generale sulle ultime novità normative e giurisprudenziali relative ai temi trattatati dallo Studio Legale. 
Di conseguenza, non costituisce un parere legale né può in alcun modo considerarsi come sostitutiva di una specifica consulenza legale. 

Photo by Mathieu Stern on Unsplash

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Antonio Rosetta

Antonio Rosetta

Antonio è un Avvocato specializzato in diritto del lavoro ed in diritto civile. Scrive di class action, prove digitali ed approfondisce i temi legali all'evoluzione del mondo del lavoro.

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