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Su “IlFattoQuotidiano” si parla dei furbetti della Cassa Integrazione. Nell’articolo si riportano le testimonianze dei diversi casi di lavoratori chiamati a lavorare, nonostante risultino in cassa integrazione.
In breve: In questo articolo spiegheremo le conseguenze per il lavoratore e per il datore di lavoro in caso di lavoro in nero durante la Cassa Integrazione.
Punti salienti
Il Fatto quotidiano fa una panoramica del fenomeno dei “furbetti della Cassa Integrazione”. E la questione non riguarda solo le grandi aziende, ma anche piccole realtà imprenditoriali e diversi ristoranti.
Si legge la testimonianza di un lavoratore che denuncia come il datore lo paghi per 20 ore a settimana, che dichiara, quando invece ne lavora anche 60 a settimana. Questo perché il resto invece arriva dall’Inps.
Si legge anche di lavoratori a cui viene chiesto di non andare in ferie in agosto perché c’è troppo lavoro, anche se poi – allo stesso tempo – si afferma di non avere soldi per pagare regolarmente i lavoratori. Qualcosa decisamente non torna.
La cassa integrazione è un trattamento di integrazione salariale che spetta nei casi di sospensione o di riduzione dell’orario di lavoro, dovute ad una difficoltà transitoria dell’impresa. Rappresenta quindi un sostegno al reddito: il lavoratore continua a percepire la paga grazie a questo “ammortizzatore sociale” erogato dall’Inps per l’80% della retribuzione spettante per le ore di lavoro perse.
Esistono due tipi di cassa integrazione guadagni: quella ordinaria (Cig), prevista per le crisi aziendali di durata breve, e quella straordinaria (Cigs), per le difficoltà più prolungate.
La legge dispone che “il lavoratore che svolga attività di lavoro autonomo o subordinato durante il periodo di integrazione salariale non ha diritto al trattamento per le giornate di lavoro effettuate”.
Questo significa che non è vietato svolgere un secondo lavoro mentre si è in cassa integrazione, ma c’è una penalizzazione economica: si perde l’integrazione salariale per le giornate in cui il beneficiario è occupato in altre attività lavorative remunerate.
Potrai quindi svolgere contemporaneamente più lavori, ma potresti perdere l’indennità se i periodi combaciano e si accavallano. In estrema sintesi, la seconda occupazione è consentita nel tempo che comunque sarebbe rimasto libero: è essenziale che le fasce orarie non si sovrappongano.
Quando è consentito il cumulo degli impieghi, la perdita della cassa integrazione non sarà totale, ma solo parziale: l’importo del trattamento economico integrativo verrà proporzionalmente ridotto, in base alla retribuzione percepita con il secondo lavoro, anche quando si tratta di compensi ricevuti per prestazioni occasionali
Per poter svolgere un ulteriore lavoro durante il periodo di cassa integrazione occorre sempre:
Per tale ragione, l’eventuale successiva assunzione con contratto di lavoro subordinato e a tempo indeterminato sarebbe incompatibile con il trattamento di cassa integrazione.
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Il secondo lavoro dovrà essere oggetto di comunicazione obbligatoria telematica al Centro per l’impiego, come avviene in tutti i casi di instaurazione di un nuovo rapporto di lavoro regolare. Inoltre, il lavoratore deve:
Il lavoratore che non dichiara tali circostanze e continua a percepire l’indennità incorre in una sanzione amministrativa e perde la cassa integrazione, mentre il nuovo datore che lo occupa in violazione delle norme sul collocamento dovrà versare, oltre alle sanzioni ordinarie per l’irregolarità dell’assunzione, una somma pari al 50% del trattamento indebitamente percepito dal lavoratore.
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Nota bene
Il presente articolo ha il solo scopo di fornire informazioni di carattere generale sulle ultime novità normative e giurisprudenziali relative ai temi trattatati dallo Studio Legale.
Di conseguenza, non costituisce un parere legale né può in alcun modo considerarsi come sostitutiva di una specifica consulenza legale.
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