La figura del caregiver familiare: diritti e doveri

Caregiver familiare: diritti e doveri - Studio Legale Rosetta

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È ormai entrato a far parte del comune sentire il termine caregiver.

In questo articolo ci occuperemo di chiarire di cosa si tratta e quali sono i diritti e i doveri di questo soggetto.

I punti salienti

Che cos’è il caregiver familiare?

Il termine caregiver è di derivazione anglosassone e significa “colui che da cura”. Il caregiver è infatti un soggetto che a titolo gratuito e al di fuori dell’ambito professionale si prende cura di un familiare disabile che necessita di assistenza o che non è autosufficiente.

La legge di bilancio 2017 ha dato una definizione di caregiver familiare:

La persona che assiste e si prende cura del coniuge, di una delle parti dell’unione civile tra persone dello stesso sesso o del convivente di fatto, di un familiare o di un affine entro il secondo grado ovvero, nei soli casi indicati dall’articolo 33 comma 3 della legge 104/1992, anche di un familiare entro il terzo grado, che a causa di malattia, infermità o disabilità anche croniche o degenerative non sia autosufficiente e in grado di prendersi cura di sé, sia riconosciuto invalido in quanto bisogno di assistenza globale e continua di lunga durata o sia titolare di indennità di accompagnamento ai sensi della legge 18/1980.

I doveri del caregiver familiare

Per definizione il caregiver assiste il familiare malato occupandosi di mansioni che richiedono un grande impegno sia fisico che psicologico. 

Ne riportiamo solo alcune a titolo esemplificativo:

  • Somministrazioni di farmaci e gestione delle terapie prescritte dal medico urante;
  • Acquisto di farmaci e gestione delle visite mediche/specialistiche;
  • Salvaguardare l’igiene personale della persona malata;
  • Preparazione dei pasti.

I diritti del caregiver familiare: quali sono le leggi che lo tutelano?

Attualmente l’unica legge che tutela la figura del caregiver familiare è la legge 104/1992 di cui abbiamo parlato in diversi articoli come La legge 104/1992 e lo stato di handicap.

In particolare il caregiver familiare può beneficiare della legge 104/1992 che per questi soggetti prevede agevolazioni lavorative tra cui permessi e congedi. In particolare:

  • Scelta della sede di lavoro: il lavoratore che assiste un familiare con handicap ha diritto a scegliere, ove possibile, la sede di lavoro più vicina al proprio domicilio. Vi invito a leggere il nostro approfondimento Scegliere la sede di lavoro per la legge 104.
  • Rifiuto al trasferimento: il lavoratore che assiste un familiare con handicap non può essere trasferito senza il suo consenso ad altra sede. Il rifiuto al trasferimento si configura come un vero e proprio diritto soggettivo.
  • Permessi lavorativi retribuiti: il caregiver familiare ha diritto a 3 giorni di permesso mensile retribuito.
  • Congedi di due anni retribuiti: il lavoratore che assiste un familiare con grave disabilità ha diritto al congedo retribuito fino a 2 anni da poter fruire anche in modalità frazionata. 

Tale beneficio spetta al coniuge convivente (incluse le unioni civili), ai genitori, ai figli conviventi, ai fratelli e sorelle conviventi e, in casi eccezionali, ad altri parenti o affini fino al terzo grado se conviventi.

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Il caregiver può essere sostituito?

Certamente. Qualora il soggetto che si occupa dell’assistenza di un familiare malato non sia più nelle condizioni di poter adempiere al suo compito può essere sostituito da altro familiare. 

Si tratta sostanzialmente di modificare il beneficiario delle tutele previste dalla legge 104/1992.

Si deve presentare all’Inps e al datore di lavoro una dichiarazione di responsabilità nella quale il sostituto attesta di essere parente di colui il quale si vuole assistere e dovrà  precisare la durata dell’assistenza ed il motivo per il quale si intende dar vita alla sostituzione.

Ad ogni modo entrambi i soggetti che prestano assistenza al parente disabile possono usufruire delle tutele della legge 104, ma con modalità ridotte (entrambi avranno diritto ad 1 giorno di permesso al mese anziché a 3 giorni ogni 10 di assistenza in maniera continuativa).

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Il Testo Unico dei Caregivers

 Nel lontano 2018 era iniziato l’iter parlamentare per l’approvazione del Testo Unico per i Caregivers.

Si tratta di un testo di legge volto ad introdurre agevolazioni fiscali e previdenziali, nonché aiuti economici per il sostegno del reddito, per coloro che assistono familiari disabili o anziani. 

Tuttavia ad oggi il testo non è stato ancora approvato e i lavori sono in continua evoluzione, ma è importante conoscere quali potrebbero essere le agevolazioni fiscali e previdenziali per il futuro dei caregivers. 

La Commissione Lavoro e Previdenza Sociale ha esaminato molteplici disegni di legge tra cui il ddl 2266, il ddl 2048 e il ddl 2128.

Il DDL 2266 potrebbe riconoscere al caregiver familiare un credito di imposta per il 50% delle spese sostenute per la cura dell’assistito, fino ad un massimo di 1.000€ annui.

ll DDL 2048 parla di una detrazione Irpef del 19% per coloro che hanno un reddito Isee inferiore ai 25mila euro annui e assistono un familiare con più di 80 anni (quindi non necessariamente invalido) per le spese sostenute per la loro assistenza (fino ad un massimo di 10.000€ ogni anno). Questo disegno di legge prevede inoltre anche un bonus per caregiver, ossia un rimborso spese – fino ad un massimo di 1.900€ – per i costi sostenuti per l’assistenza.

Il DDL 2128 invece si occupa della copertura assicurativa e previdenziale del caregiver prevedendo il versamento di contributi figurativi per il periodo in cui non può prestare attività lavorativa a causa del suo ruolo.

In tal caso, quindi, i contributi figurativi per caregiver sono equiparati a quelli per il lavoro domestico.

Restiamo in attesa della ripresa dell’iter parlamentare per l’approvazione di una legge che ormai non può più essere rimandata.

Vuoi parlare con un esperto? Vuoi far valutare il tuo caso o avere maggiori informazioni? Scrivici qui.

Nota bene

Il presente articolo ha il solo scopo di fornire informazioni di carattere generale sulle ultime novità normative e giurisprudenziali, nonché delle attività oggetto di studio.
Di conseguenza, non costituisce un parere legale né può in alcun modo considerarsi come sostitutivo di una consulenza legale specifica che andrà trattata caso per caso.

Photo by Matheus Ferrero on Unsplash

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