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Sulla Gazzetta dello Sport si parla della decisione della Rai di sospendere un giornalista denunciato dalla compagna. Nel rapporto di lavoro che rilevanza ha l’essere accusato di aver commesso un reato?
In breve: Nel presente articolo si parlerà di come può incidere una denuncia o una condanna non definitiva sul proprio lavoro e se si possa rischiare di perdere o meno il lavoro.
Punti salienti
La prima premessa da fare é che si possono subire conseguenze disciplinari sia per fatti commessi durante l’orario di lavoro che al di fuori di tale orario.
La seconda premessa da fare è che la presunzione di innocenza riguarda solo la tutela del cittadino nei confronti dello Stato. Invero, nel rapporto di lavoro si riconosce la possibilità per il datore di valutare se licenziare o meno in base alle evidenze in suo possesso.
Infatti, é da solo necessario e sufficiente che venga meno la fiducia nel lavoratore e questo può naturalmente riguardare fatti commessi fuori dall’orario lavorativo.
Tanto é vero che il datore, qualora sospetti del compimento di condotte idonee a far venire meno la fiducia nel lavoratore, potrà anche interessare degli investigatori privati per provare il verificarsi di gravi condotte extra lavorative.
Per queste stesse ragioni, sono stati ritenuti causa di licenziamento:
Come anticipato, ai fini della regolarità del licenziamento per giusta causa, derivante da fatti estranei al rapporto di lavoro, bisognerà fare riferimento al vincolo fiduciario.
Se nel caso di lavoratore pubblico si prevede la sospensione di diritto del rapporto di lavoro fino alla conclusione del procedimento penale e comunque non oltre 5 anni, nel rapporto di lavoro privato le regole sono diverse.
Secondo la Cassazione la condotta illecita extralavorativa è suscettibile di rilievo disciplinare.
Il lavoratore è infatti tenuto non solo a fornire la prestazione richiesta ma anche, quale obbligo accessorio, a non porre in essere, fuori dall’ambito lavorativo, comportamenti tali da ledere gli interessi morali e materiali del datore di lavoro o compromettere il rapporto fiduciario con lo stesso (Cass. Civ., Sez. Lav, 15/10/2021, n. 28368).
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Nel caso esaminato dalla Suprema Corte è stato reputato legittimo il licenziamento per giusta causa intimato ad un lavoratore – pur se condannato non in via definitiva – per l’accusa di produzione e detenzione a fini di spaccio di sostanze stupefacenti. La Cassazione valutava che tale contegno, presupponendo l’inevitabile contatto con ambienti criminali, pregiudicasse l’immagine dell’azienda (tra l’altro, aggiudicataria di appalti pubblici).
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Nota bene
Il presente articolo ha il solo scopo di fornire informazioni di carattere generale sulle ultime novità normative e giurisprudenziali relative ai temi trattatati dallo Studio Legale.
Di conseguenza, non costituisce un parere legale né può in alcun modo considerarsi come sostitutiva di una specifica consulenza legale.
Photo by Drew Dizzy Graham on Unsplash
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