Su Il sole 24 ore la notizia delle possibili modifiche da parte del nuovo governo al c.d. “decreto trasparenza”.
Ma quali sono le novità introdotte dal decreto trasparenza?
Si tratta di una norma di ampia portata che, oltre a prevedere una serie di obblighi informativi in capo al datore di lavoro, prevede anche tante altre importanti novità.
In questo articolo, partendo proprio dalla notizia riportata da “il sole 24 ore” proviamo quindi a identificare le novità più rilevanti del decreto trasparenza.
Punti Salienti:
Il sole 24 ore spiega come il nuovo governo di centro destra stia attenzionando il c.d. “decreto trasparenza” entrato in vigore il 13 agosto 2022.
Secondo le imprese italiane, infatti, la norma scarica sui datori di lavoro un carico di adempimenti abnorme e in parte inutili a raggiungere l’obiettivo di informare i lavoratori sulle proprie condizioni d’impiego.
Secondo il quotidiano, quindi, i partiti al governo – Fratelli d’Italia, Lega e Forza Italia – hanno raccolto l’allarme lanciata dalle imprese e annunciato un rapido intervento correttivo di semplificazione al decreto trasparenza.
Il decreto trasparenza (D.lgs. 104/2022) ha fatto parlare di sé soprattutto per la lunga serie di informazioni che il datore di lavoro deve dare al lavoratore, tra cui, ad esempio:
Il decreto, tuttavia, prevede ulteriori disposizioni particolarmente rilevanti che meritano di essere evidenziate.
Vediamo quali.
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Scorrendo il testo del decreto trasparenza, una volta superati gli obblighi informativi in capo al datore di lavoro, si individuano una serie di disposizioni particolarmente interessanti.
Anzitutto, vi è l’art. 8 “cumulo d’impieghi”. La norma chiarisce come il datore di lavoro, salvo determinate circostanze, non possa limitare o negare al lavoratore lo svolgimento di un secondo lavoro.
Segue l’art. 9 “prevedibilità minima del lavoro”. Si stabilisce che nel caso in cui l’organizzazione del lavoro sia interamente (o in gran parte) imprevedibile il datore di lavoro non può imporre al lavoratore di svolgere l’attività lavorativa, salvo che il lavoro si svolga entro orari e giorni di riferimento e comunque il lavoratore sia informato con un preavviso ragionevole.
Infine, vi è l’art. 10 “transizione a forme di lavoro più prevedibili, sicure e stabili”. Tale norma consente al lavoratore che abbia maturato un’anzianità di lavoro di almeno sei mesi presso lo stesso datore di lavoro (o committente) di chiedere che gli venga riconosciuta una forma di lavoro con condizioni più prevedibili, sicure e stabili, se disponibile.
Se delle correzioni agli obblighi informativi sono certamente opportune per rendere la norma più chiara e meno gravosa per i datori di lavoro, l’auspicio è che tali correzioni non cancellino però le ulteriori novità introdotte con il decreto trasparenza.
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Nota bene
Il presente articolo ha il solo scopo di fornire informazioni di carattere generale sulle ultime novità normative e giurisprudenziali relative ai temi trattatati dallo Studio Legale.
Di conseguenza, non costituisce un parere legale né può in alcun modo considerarsi come sostitutiva di una specifica consulenza legale.
Photo by Ant Rozetsky on Unsplash
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