Cos’è il superlavoro?

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Il superlavoro, quando il lavoro è intollerabile

Il superlavoro è un fenomeno che si verifica quando un individuo lavora – secondo regole di esperienza – al di là della normale tollerabilità con conseguenti danni alla salute del lavoratore.

Questo fenomeno è diventato sempre più comune negli ultimi anni e può essere causato da molteplici fattori, tra cui la pressione dei tempi, la necessità di raggiungere obiettivi ambiziosi, la paura di perdere il lavoro o la volontà di fare carriera. Anche le culture aziendali che incoraggiano o addirittura premiano il superlavoro possono contribuire a questo fenomeno.

Pertanto, il superlavoro può avere effetti negativi sulla salute fisica e mentale del lavoratore. Le lunghe ore di lavoro possono causare stress, affaticamento, disturbi del sonno e malattie fisiche come problemi cardiovascolari o disturbi muscolo-scheletrici. Inoltre, la mancanza di tempo libero può avere un impatto negativo sulle relazioni familiari e sociali, ridurre la qualità della vita e persino portare a una diminuzione della produttività.

Come provare il superlavoro?

L’ordinanza n. 6008 del 28 febbraio 2023 emessa dalla Cassazione ha stabilito che il lavoratore che denuncia di essere stato sottoposto a superlavoro, ovvero prestazioni al di là delle ore previste dal contratto di lavoro, deve dimostrare rigorosamente tale inadempimento da parte del datore di lavoro per poter chiedere il risarcimento del danno biologico.

Nel caso in questione, il dipendente, un medico ospedaliero, aveva subito un infarto del miocardio a causa del sottodimensionamento dell’organico che lo aveva costretto a ritmi di lavoro insostenibili per molti anni.

Secondo la Cassazione in presenza di superlavoro, il lavoratore deve provare l’inesatto adempimento altrui rispetto all’obbligo di sicurezza, evidenziando i fattori di rischio (ad es. che sia stato richiesto un lavoro eccedente la tollerabilità, per eccessiva durata o per eccessiva onerosità dei ritmi, indicando anche le modalità qualitative improprie e l’insostenibilità dei ritmi).

Diversamente, spetta al datore di lavoro dimostrare che i carichi di lavoro erano normali e tollerabili o che esisteva una diversa causa che rendeva l’accaduto non imputabile a sé. Nel caso in questione, la Suprema Corte ha ritenuto che il dipendente avesse correttamente assolto il suo onere di prova, rigettando pertanto il ricorso.

Conclusioni

Nonostante gli effetti negativi, molti dipendenti continuano a lavorare oltre le ore previste dal contratto per diverse ragioni, come la necessità economica o la pressione dei colleghi o del datore di lavoro. Tuttavia, ci sono alcune azioni che le aziende possono adottare per ridurre il superlavoro e promuovere una cultura del lavoro equilibrata.

In primo luogo, le aziende dovrebbero valutare i carichi di lavoro e assicurarsi che siano equilibrati e gestibili. Le aziende possono anche offrire incentivi ai dipendenti per lavorare in modo efficiente e completare le attività entro il tempo previsto. Inoltre, le aziende possono promuovere una cultura aziendale che incoraggi il tempo libero e il lavoro equilibrato.

Infine, in ipotesi di superlavoro, i lavoratori dovrebbero innanzitutto segnalare tale situazione per evitare danni alla salute e fenomeni di burnout.

Successivamente, dovendo provare il danno subito, si renderà necessario che il lavoratore alleghi rigorosamente l’inadempimento del datore, evidenziando le modalità qualitative improprie ed i ritmi insostenibili, mettendoli anche a confronto con i limiti previsti dalla normativa, con l’ausilio di un Avvocato specializzato.

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Nota bene

Il presente articolo ha il solo scopo di fornire informazioni di carattere generale sulle ultime novità normative e giurisprudenziali relative ai temi trattatati dallo Studio Legale. 
Di conseguenza, non costituisce un parere legale né può in alcun modo considerarsi come sostitutiva di una specifica consulenza legale.

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