Indebito INPS: quando è prevista la restituzione?

Indebito INPS: quando è prevista la restituzione? - Studio Legale Rosetta

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L’indebito INPS può creare molte problematiche ai lavoratori, agli invalidi ed ai pensionati, i quali si trovano spesso a dover restituire somme che hanno ricevuto per errore dell’INPS. Tuttavia, non sempre la restituzione dell’indebito assistenziale è dovuta, essendo possibile in alcuni casi contestarla.

In questo articolo, vediamo come impugnare e contestare un indebito assistenziale INPS, anche grazie ad alcune recenti sentenze di condanna dell’INPS.

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Cos’è l’indebito assistenziale INPS?

L’indebito assistenziale INPS si verifica quando l’INPS eroga somme di denaro a soggetti che non avrebbero diritto di riceverle. Solitamente, l’INPS accerta l’indebito assistenziale tramite controlli e verifiche sulle dichiarazioni reddituali.

Come si può impugnare un indebito assistenziale INPS?

Se si ritiene di aver subito un errore da parte dell’INPS, è possibile impugnare l’indebito assistenziale presentando un ricorso all’ente. È importante presentare il ricorso con l’ausilio di un Avvocato specializzato, in modo da evitare l’avvio di procedure di recupero.

Come si può contestare un indebito assistenziale INPS?

In base alla giurisprudenza, la restituzione dell’indebito assistenziale può essere contestata tutte le volte in cui si rileva una situazione idonea ad ingenerare l’affidamento del percettore e a condizione che l’erogazione indebita non sia conseguenza di una condotta dolosa di quest’ultimo.

Quali sono le sentenze a favore degli invalidi in caso di indebito assistenziale INPS?

Una sentenza recente a favore degli invalidi è quella del Tribunale di Palermo, sez. lav., 13/09/2022, n. 2811.

In questo caso, la Corte di legittimità ha affermato che l’indebito assistenziale, per carenza dei requisiti reddituali, abilita alla restituzione solo a far tempo dal provvedimento di accertamento del venir meno dei presupposti, salvo che il percipiente non versi in dolo, situazione comunque non configurabile in base alla mera omissione di comunicazione di dati che l’istituto previdenziale già conosce o ha l’onere di conoscere.

Su questo argomento, con la sentenza n. 13223 del 30 giugno 2020, anche la Corte di Cassazione ha ribadito il principio secondo cui

in tema di indebito assistenziale, in luogo della generale ed incondizionata regola civilistica della ripetibilità, trova applicazione, in armonia con l’art. 38 Cost., quella propria di tale sottosistema, che esclude la ripetizione, quando vi sia una situazione idonea a generare affidamento del percettore e la erogazione indebita non gli sia addebitabile“.

In un’altra sentenza, la Corte d’Appello di Reggio Calabria, Sezione Lavoro, con la sentenza n. 351 del 14 luglio 2022, ha ribadito che

La ripetizione dell’assegno sociale va esclusa tutte le volte in cui si rileva una situazione idonea ad ingenerare l’affidamento del percettore e a condizione che l’erogazione indebita non sia a lui addebitabile“.

In generale, le sentenze a favore dei percipienti confermano il principio secondo cui l’indebito assistenziale deve essere restituito solo se il percipiente è colpevole di dolo e a condizione che l’erogazione non sia addebitale ad un suo comportamento doloso.

Cosa prevede la sentenza della Corte Costituzionale n. 8/2023 in materia di indebito assistenziale INPS?

Secondo la Corte Costituzionale, sussiste un principio di settore in ambito assistenziale, che prevede che la regolamentazione della ripetizione dell’indebito sia tendenzialmente sottratta a quella generale del codice civile. Pertanto, l’indebito INPS prevede una disciplina particolare condizionata ad alcuni presupporti, tra cui:

  1. assenza del dolo del percepente e
  2. la presenza di un contesto che giustifichi l’affidamento di quest’ultimo di star ricevendo delle somme dovute.

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Nota bene

Il presente articolo ha il solo scopo di fornire informazioni di carattere generale sulle ultime novità normative e giurisprudenziali relative ai temi trattatati dallo Studio Legale. 
Di conseguenza, non costituisce un parere legale né può in alcun modo considerarsi come sostitutiva di una specifica consulenza legale. 

Foto di Polina Rytova su Unsplash

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