Incostituzionale pagare un lavoratore 3,96 all’ora

Incostituzionale pagare un lavoratore 3,96 all'ora - Studio Legale Rosetta

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Paga di 3,96 euro l’ora: per il giudice è anticostituzionale

L’articolo 36 della Costituzione italiana sancisce il diritto del lavoratore ad una retribuzione proporzionata alla quantità e alla qualità del lavoro svolto, e in ogni caso sufficiente ad assicurare a sé e alla propria famiglia un’esistenza libera e dignitosa.

È su tale principio che si fonda la sentenza del Tribunale di Milano raccontata sul Ansa.it lo scorso 6 aprile 2023.

La notizia

Il quotidiano racconta di una sentenza storica del giudice del lavoro di Milano per i lavoratori che lottano per una retribuzione proporzionata alla quantità e alla qualità del lavoro svolto.

La sentenza, infatti, trattando il caso di una lavoratrice padovana addetta al servizio di portierato ha dichiarato incostituzionale la paga oraria di € 3,96 prevista dal contratto nazionale applicato da una società di vigilanza privata.  

La lavoratrice, infatti, finiva con il percepire un reddito netto di € 640 mensili, al di sotto della soglia di povertà e inferiore persino al reddito di cittadinanza.

Il Tribunale ha quindi affermato che la paga di € 3,96 viola l’articolo 36 della Costituzione ed ha conseguentemente condannato la società datrice di lavoro a pagare un risarcimento di 372 euro lordi in più per ogni mese, ovvero la differenza tra la paga versata e quella prevista per un servizio di portierato.

L’art. 36 della Costituzione

La sentenza, dunque, si basa sull’articolo 36 della Costituzione, che sancisce il diritto del lavoratore ad una retribuzione proporzionata alla quantità e alla qualità del lavoro svolto, e in ogni caso sufficiente ad assicurare a sé e alla propria famiglia un’esistenza libera e dignitosa.

Non si tratta solo di un problema di giustizia sociale, ma anche di diritto costituzionale.

Questa sentenza potrebbe fare giurisprudenza e aprire la strada ad altre cause simili in tutta Italia.
Sono circa 100mila i lavoratori che potrebbero trarre beneficio da questa sentenza.

Conclusioni

In conclusione, la sentenza del giudice del lavoro di Milano dovrebbe fare riflettere le sigle sindacali che hanno firmato questi contratti inaccettabili a livello nazionale. È necessario promuovere una cultura della retribuzione proporzionata alla quantità e alla qualità del lavoro svolto, al fine di garantire una vita dignitosa ai lavoratori e alle loro famiglie.

La sentenza del giudice del lavoro di Milano, quindi, rappresenta un passo importante verso una maggiore giustizia sociale ed un’economia più sostenibile.

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Nota bene

Il presente articolo ha il solo scopo di fornire informazioni di carattere generale sulle ultime novità normative e giurisprudenziali relative ai temi trattatati dallo Studio Legale. 
Di conseguenza, non costituisce un parere legale né può in alcun modo considerarsi come sostitutiva di una specifica consulenza legale. 

Foto di Obi – @pixel7propix su Unsplash

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