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La nozione di Partita IVA spesso è associata a contratti di lavoro autonomo, in cui prestatori d’opera offrono servizi senza essere subordinati al committente. Tuttavia, sorgono problematiche quando si tratta di distinguere tra collaborazioni autentiche e false Partite IVA, che nascondono, in realtà, rapporti di lavoro subordinato.
Le False Partite IVA emergono quando l’autonomia del lavoratore è solo un’illusione, con doveri simili a quelli dei dipendenti ma senza corrispondenti diritti e tutele. Alcuni imprenditori preferiscono avvalersi di professionisti con Partita IVA per ridurre i costi legati all’assunzione di dipendenti.
La Riforma Fornero del 2012 aveva introdotto l’art. 69 bis del D. Lgs. 276/2003, mirando a smascherare e sanzionare le false Partite IVA. La legge ha stabilito tre condizioni che, se verificatesi almeno in due casi, presumevano la subordinazione del lavoratore, riqualificando il rapporto come dipendente a tempo indeterminato.
Il Jobs Act del 2015 ha abrogato la disciplina adottata con la riforma Fornero, introducendo nuove presunzioni. Dal 1° gennaio 2016, si applica la disciplina del lavoro subordinato anche a collaborazioni con prestazioni prevalentemente personali e continuative, organizzate dal committente.
Adibire un lavoratore autonomo con Partita IVA a mansioni simili a un rapporto di lavoro diverso può avere conseguenze significative per l’azienda. Nonostante la possibilità di certificare l’assenza dei requisiti della collaborazione etero-organizzata, l’organo giudiziario può riqualificare il rapporto come subordinato con sanzioni legali.
Per i lavoratori costretti ad aprire una Partita IVA o che hanno operato sotto una falsa Partita IVA, la legge non prevede conseguenze o sanzioni. Tuttavia, è fondamentale comprendere che ciò che conta per l’inquadramento giuridico è l’analisi del comportamento effettivo delle parti dopo la conclusione del contratto.
In conclusione, la distinzione tra vere e false Partite IVA richiede un’attenzione particolare, poiché le conseguenze possono essere rilevanti sia per i datori di lavoro che per i lavoratori. La normativa vigente mira a garantire equità e trasparenza nel mondo del lavoro autonomo, proteggendo i diritti dei lavoratori e scoraggiando pratiche sleali.
Nota bene
Il presente articolo ha il solo scopo di fornire informazioni di carattere generale sulle ultime novità normative e giurisprudenziali relative ai temi trattatati dallo Studio Legale.
Di conseguenza, non costituisce un parere legale né può in alcun modo considerarsi come sostitutiva di una consulenza.
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