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La Cassazione è recentemente intervenuta per chiarire in quali ipotesi è consentito al lavoratore di filmare il proprio lavoro. Le registrazioni video sono infatti un’utile prova del lavoro in nero. Se in Si possono mettere le telecamere se la badante è in casa? abbiamo chiarito quali sono le formalità imposte al datore di lavoro per installare delle telecamere quanto è presente una badante in casa, ora si esamina l’eventuale rilevanza penale quando il video all’interno dell’abitazione venga registrato dal lavoratore.
L’Articolo 615 bis del Codice penale prevede il reato di interferenze illecite nella vita privata, secondo cui chiunque mediante l’uso di strumenti di ripresa visiva o sonora, si procura indebitamente notizie o immagini attinenti alla vita privata, è punito con la reclusione da sei mesi a quattro anni.
Registrare all’interno di un’abitazione privata può portare ad una denuncia se non si seguono le indicazioni date dalla Cassazione.
In breve
Nel presente articolo si indicheranno le precisazioni della Cassazione sulla possibilità di registrare un video all’interno dell’abitazione del datore di lavoro.
Indice
Una lavoratrice chiamava in giudizio una coppia affermando di aver lavorato presso l’abitazione di quest’ultimi, svolgendo l’attività di colf. La lavoratrice per dare prova dell’attività svolta aveva filmato diverse scene all’interno dell’abitazione e poi presentato in giudizio le registrazioni.
Per tale ragione, la coppia aveva provveduto a denunciare la colf per interferenze illecite nella vita privata, accusandola di aver violato la loro riservatezza.
Proprio su tale questione si è recentemente espressa la Cassazione.
Secondo la Cassazione la colf può registrare le proprie attività lavorative in casa e tali registrazioni non comporteranno reato a condizione che:
La Cassazione infatti precisa come
Non commette il reato di interferenze illecite nella vita privata di cui all’art. 615-bis c.p. la lavoratrice subordinata che, pur in assenza di un consenso del datore di lavoro, effettui riprese fotografiche all’interno dell’abitazione dello stesso datore di lavoro in cui sia lecitamente presente e produca le immagini in sede di giudizio relativo al rapporto di lavoro subordinato promosso dalla lavoratrice nei confronti del datore di lavoro1
Per tale ragione la denuncia sporta nei confronti della Colf finiva in un nulla di fatto.
1Cass. pen., Sez. V, 05/07/2019, n. 46158
Secondo la Cassazione la colf, la badante o altro lavoratore impiegato all’interno di un’abitazione può registrare un video finalizzato a dare prova del lavoro irregolare svolto.
Tuttavia, la possibilità di registrare un video in casa altrui per dare prova del lavoro svolto deve essere bilanciata dall’esigenza che non vengano filmate scene di vita privata, altrimenti si commetterà un reato.
Pertanto, se non ci si allontana dal luogo di registrazione e se ci si limiti ad inquadrare gli ambienti al fine di registrare la propria attività lavorativa, tale prova potrà essere legittimamente utilizzata in giudizio.
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Nota bene
Il presente articolo ha il solo scopo di fornire informazioni di carattere generale sulle ultime novità normative e giurisprudenziali relative ai temi trattatati dallo Studio Legale.
Di conseguenza, non costituisce un parere legale né può in alcun modo considerarsi come sostitutiva di una specifica consulenza legale.
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