Con una recente pronuncia la Corte di Cassazione è tornata ad occuparsi del tema dei controlli datoriali tramite agenzie investigative.
Si tratta di una decisione particolarmente chiara nell’individuare i limiti ai controlli investigativi, che merita perciò di essere esaminata.
Punti Salienti
- Il ricorso alle agenzie investigative
- Il caso esaminato
- La decisione della Cassazione
- In conclusione
Il ricorso alle agenzie investigative
La giurisprudenza è più volte intervenuta per stabilire se, nei casi di volta in volta esaminati, le prove assunte dal datore di lavoro – grazie ad un investigatore privato – potessero essere utilizzate per giustificare un licenziamento.
Non sempre, infatti, il datore di lavoro può legittimamente far controllare i dipendenti attraverso agenzie investigative.
Ne avevamo parlato anche nel precedente articolo “Quando sono lecite le investigazioni del datore di lavoro? Il caso dei lavoratori che andavano a fare la spesa”.
Hai bisogno di una consulenza?
Il caso esaminato
Il dipendente di una banca veniva licenziato per essersi allontanato dal luogo di lavoro al fine di svolgere attività del tutto estranee alle sue mansioni.
In particolare, il datore di lavoro, grazie ad un investigatore privato, aveva registrato la presenza del dipendente in supermercati e palestre durante l’orario di lavoro.
Il dipendente licenziato impugnava la decisione della banca ma, sia il Tribunale che la Corte d’Appello, confermavano il licenziamento.
Il dipendente ricorreva quindi in Cassazione lamentando l’illegittimità dei controlli effettuati mediante investigatore privato.
Newsletter
Iscriviti alla newsletter per rimanere sempre aggiornato
La decisione della Cassazione
La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 25287 del 24.08.2022, accoglie il ricorso del lavoratore riconoscendo l’illegittimità dei controlli mediante investigatore privato.
Questo perché, nel caso in questione, l’investigatore privato aveva registrato solamente un inadempimento della prestazione lavorativa e non il compimento di un illecito da parte del dipendente.
Per i giudici, infatti, il ricorso ai controlli con agenzie investigative è lecito solo se il dipendente ha compiuto degli illeciti o vi sia un sospetto che questi siano in corso di esecuzione.
I controlli con investigatore sono legittimi, ad esempio, per verificare se durante l’orario di lavoro il dipendente lavori per un altro soggetto, oppure per accertare falsi certificati di malattia.
In conclusione
I controlli del datore di lavoro mediante investigatore privato sono legittimi solo se finalizzati all’accertamento di atti illeciti.
Al contrario, se i controlli sono volti solamente a verificare il corretto adempimento della prestazione lavorativa, sono illegittimi, e non possono essere utilizzati per giustificare una sanzione disciplinare.
Se l’articolo ti è piaciuto o ti è stato utile, faccelo sapere premendo sull’icona del cuore.
Vuoi parlare con un esperto? Vuoi far valutare il tuo caso o avere maggiori informazioni? Scrivici qui.
Nota bene
Il presente articolo ha il solo scopo di fornire informazioni di carattere generale sulle ultime novità normative e giurisprudenziali relative ai temi trattatati dallo Studio Legale.
Di conseguenza, non costituisce un parere legale né può in alcun modo considerarsi come sostitutiva di una specifica consulenza legale.
Photo by Craig Whitehead on Unsplash
Una risposta