Cresce il TFR nel 2023

Cresce il TFR nel 2023 - Studio Legale Rosetta

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Sul quotidiano “La Repubblica” la notizia dell’aumento del Trattamento di Fine Rapporto (TFR) nel 2023.

Tfr, effetto inflazione: la rivalutazione sale al 9,97%. Liquidazioni più ricche per i lavoratori dipendenti

Una buona notizia, quindi, per tutti i lavoratori dipendenti che potranno beneficiare di una liquidazione maggiore alla fine del rapporto di lavoro.

Punti Salienti

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La notizia

Stando a quanto riportato dal quotidiano “si irrobustisce ancora il Tfr dei lavoratori dipendenti”.

Infatti, in conseguenza della forte accelerazione dell’inflazione il coefficiente di rivalutazione ISTAT, utile al calcolo del TFR, si è attestato a quota 9,97%.

Ciò significa che le somme trattenute dai datori di lavoro fino al 31 dicembre 2021, visto che il coefficiente si riferisce all’anno precedente, saranno rivalutate con questo parametro rafforzando così di molto il valore dell’importo già accantonato a titolo di TFR.

La notizia ci è utile per rispondere ad alcuni dei principali interrogativi sul TFR.

Il TFR

Anzitutto è bene ricordare che il Trattamento di Fine Rapporto (TFR) è una parte di retribuzione che viene pagata al lavoratore al termine del rapporto di lavoro.

Si parla per questo motivo di retribuzione differita, ossia accantonata durante il rapporto di lavoro e versata nel momento in cui si chiude il rapporto, indipendentemente dalle ragioni per cui questo è terminato.

Naturalmente il TFR sarà tanto maggiore quanto più lungo è stato il rapporto di lavoro.

Se mi licenziano perdo il TFR?

No, come detto il TFR spetta al lavoratore indipendentemente dalle ragioni per cui si è concluso il rapporto.

Si avrà quindi diritto al TFR sia nel caso in cui il rapporto si è concluso per licenziamento, sia per dimissioni del lavoratore.

Non solo, anche nel caso cessazione del rapporto di lavoro a tempo determinato si avrà diritto a percepire il TFR.

Qualunque sia la causa che ha portato alla cessazione del rapporto di lavoro, il dipendente avrà comunque diritto a percepire il TFR maturato durante il rapporto di lavoro stesso. 

Entro quanto tempo deve essere pagato il TFR?

Generalmente è il contratto collettivo applicato dal datore di lavoro a stabile il termine entro cui il TFR deve essere pagato.

Ad esempio, il CCNL Metalmeccanici prevede un termine di trenta giorni dalla cessazione del rapporto.

Nel caso in cui, invece, il contratto collettivo non preveda nulla il dipendente potrà richiedere il TFR dal giorno stesso in cui è cessato il rapporto di lavoro.

Entro quanto tempo posso richiedere il TFR?

Solitamente il TFR viene pagato direttamente dal datore di lavoro con la busta paga relativa al mese in cui è cessato il rapporto di lavoro.

Tuttavia, nel caso in cui il datore di lavoro non paghi spontaneamente il TFR, il lavoratore potrà farne richiesta entro i 5 anni successivi alla chiusura del rapporto di lavoro. 

Per avere maggiori informazioni su come recuperare il TFR leggi anche “Come recuperare il Trattamento di Fine Rapporto”.

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Nota bene

Il presente articolo ha il solo scopo di fornire informazioni di carattere generale sulle ultime novità normative e giurisprudenziali relative ai temi trattatati dallo Studio Legale. 
Di conseguenza, non costituisce un parere legale né può in alcun modo considerarsi come sostitutiva di una specifica consulenza legale. 

Photo by Volodymyr Hryshchenko on Unsplash

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