Obbligo di trasparenza retributiva: come la direttiva europea sulla parità salariale cambia il mondo del lavoro

Direttiva parità salariale

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Grazie alla direttiva europea sulla parità salariale tra uomini e donne (consultabile qui) si introduce un nuovo obbligo di trasparenza retributiva. L’indicazione dello stipendio diventerà obbligatoria negli annunci di lavoro a partire dal 2026.

La notizia è stata ripresa dal quotidiano “Il Mattino” dello scorso 9 aprile 2023

Vediamo di cosa si tratta.

La notizia

Il quotidiano spiega come il Parlamento europeo abbia deciso di mettere fine al segreto retributivo negli annunci di lavoro.

Lo stipendio, infatti, dovrà essere comunicato obbligatoriamente, nell’annuncio di lavoro o nella comunicazione di invito al colloquio. 

Tanto è stato stabilito nella nuova direttiva sulla parità salariale e la trasparenza, approvata dal Parlamento Ue. La direttiva dovrà essere adottata dai Paesi membri nel diritto nazionale entro tre anni (luglio 2026).

Ma questa non è la sola novità introdotta dalla direttiva.  

Le novità introdotte dalla direttiva europea sulla parità salariale cambia il mondo del lavoro

Anzitutto, per contrastare il problema della disparità retributiva e garantire una maggiore trasparenza sui salari, la direttiva prevede l’obbligo per le aziende con più di 250 dipendenti di condurre una valutazione della parità salariale tra uomini e donne, mettendo a confronto le retribuzioni e identificando eventuali differenze ingiustificate. 

Inoltre, le aziende saranno tenute a pubblicare informazioni sulla retribuzione dei propri dipendenti, in modo da favorire una maggiore trasparenza e facilitare la comparazione tra lavoratori.

L’altra novità introdotta dalla direttiva riguarda l’obbligo per le aziende di rendere nota la retribuzione proposta negli annunci di lavoro.

In pratica, le offerte di lavoro dovranno specificare l’ammontare del salario o della remunerazione offerta, oppure fornire informazioni chiare e trasparenti sui criteri utilizzati per determinare la retribuzione.

Conclusioni. Come cambia il mondo del lavoro?

Questa misura ha l’obiettivo di contrastare la discriminazione salariale fin dalla fase di selezione dei candidati, evitando che le donne (o altre categorie svantaggiate) siano penalizzate in partenza da una retribuzione inferiore rispetto ai colleghi maschi.

Abbiamo parlato delle discriminazioni portate dagli annunci di lavoro anche in questo precedente articolo.

Inoltre, favorisce una maggiore trasparenza sui salari e una maggiore concorrenzialità tra le aziende, che potranno essere valutate dai candidati anche sulla base delle retribuzioni offerte.

Vuoi parlare con un esperto? Vuoi far valutare il tuo caso o avere maggiori informazioni? Scrivici qui.

Nota bene

Il presente articolo ha il solo scopo di fornire informazioni di carattere generale sulle ultime novità normative e giurisprudenziali relative ai temi trattatati dallo Studio Legale. 

Di conseguenza, non costituisce un parere legale né può in alcun modo considerarsi come sostitutiva di una consulenza.

Foto di Eric Prouzet su Unsplash

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