La morte del datore di lavoro può comportare il rischio di perdere le spettanze retributive e il TFR. Vediamo allora come recuperare il TFR se muore il datore di lavoro.
In generale possiamo dire che l’attività dell’azienda potrebbe proseguire tramite gli eredi, senza interruzione del rapporto di lavoro e senza il rischio di perdere il TFR.
Tuttavia, se gli eredi rinunciano all’eredità, si avrà una “eredità giacente” e questi non risponderanno per il TFR.
Allora come recuperare il TFR se muore il datore di lavoro?
In tal caso, per ottenere il TFR, è necessario rivolgersi al Fondo di Garanzia INPS (ne avevamo già parlato qui) presentando però una serie di documenti appositi.
Per richiedere il TFR al Fondo di Garanzia INPS, occorre presentare diversi documenti, come il certificato di morte del datore di lavoro, il titolo esecutivo riconosciuto al lavoratore, lo stato di graduazione, il riparto finale e il provvedimento di chiusura della liquidazione.
Per ottenere la documentazione necessaria, è consigliabile avviare un procedimento di volontaria giurisdizione, con l’assistenza di un avvocato, per la nomina di un curatore dell’eredità giacente.
Il curatore avrà il compito di redigere l’inventario, vendere i beni mobili e pagare i debiti ereditari, incluso il TFR.
Se la liquidazione dell’eredità non copre il TFR, il lavoratore può presentare una domanda al Fondo INPS.
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Nota bene
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