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Se il datore di lavoro non paga il TFR alla fine del rapporto lavorativo, la prima cosa da fare è rivolgersi ad un avvocato.
Questi redigerà una richiesta, stragiudiziale, di pagamento del TFR inviando una lettera di diffida e messa in mora.
Se comunque il datore di lavoro non paga il TFR entro i termini indicati dall’avvocato, allora si potrà agire giudizialmente.
L’avvocato potrà quindi presentare un ricorso per decreto ingiuntivo, dimostrando, tramite la certificazione unica e le buste paga del lavoratore, l’importo del TFR non pagato.
Ottenuto il decreto ingiuntivo, se persiste l’inadempimento del datore di lavoro, si procederà a pignorare i beni del datore per recuperare le somme dovute.
Se il datore di lavoro non paga il TFR, perché l’azienda è fallita o comunque non ha sufficienti beni da poter pignorare, è possibile presentare domanda al Fondo di Garanzia INPS.
Possono fare domanda al Fondo di Garanzia INPS tutti i lavoratori dipendenti, a tempo determinato o indeterminato, il cui rapporto di lavoro sia ormai cessato.
Per poter accedere al Fondo, tuttavia, non è sufficiente dimostrare che il datore di lavoro non paga il TFR.
Se il datore di lavoro è stato dichiarato fallito, l’ex lavoratore potrà accedere al Fondo dopo che il suo credito sia stato ammesso allo stato passivo del fallimento (ne abbiamo parlato anche qui).
Nel caso in cui, invece, il datore di lavoro non sia stato dichiarato fallito, il lavoratore dovrà dimostrare di aver tentato il pignoramento dei beni del datore di lavoro.
Per accedere al Fondo è poi necessario un provvedimento formale del Tribunale che confermi tali circostanze.
Il Fondo di Garanzia INPS paga l’intero ammontare del TFR e le ultime tre retribuzioni spettanti all’ex lavoratore.
Per quanto concerne le ultime tre retribuzioni la somma massima garantita dal Fondo è pari ad € 3.500 per ciascun mese, qualora l’azione sia stata promossa entro un anno dalla chiusura del rapporto.
Nota bene
Il presente articolo ha il solo scopo di fornire informazioni di carattere generale sulle ultime novità normative e giurisprudenziali relative ai temi trattatati dallo Studio Legale.
Di conseguenza, non costituisce un parere legale né può in alcun modo considerarsi come sostitutiva di una consulenza.
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