La mancata consegna della busta paga di chiusura

La mancata consegna della busta paga di chiusura è un comportamento illegittimo del datore di lavoro che così facendo impedisce al suo ex dipendente di conoscere quanto effettivamente deve ancora versargli. La busta paga di chiusura, infatti, è un documento particolarmente importante per il lavoratore in quanto contiene le spettanze di fine rapporto, incluso il TFR. Si tratta quindi di una busta paga più “ricca” del solito che il datore di lavoro, evitando di consegnare, tenta di non pagare o di pagare in misura ridotta.   Come può tutelarsi il lavoratore in questi casi? Vediamolo insieme.
La mancata consegna della busta paga di chiusura

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La mancata consegna della busta paga di chiusura è un comportamento illegittimo del datore di lavoro che così facendo impedisce al suo ex dipendente di conoscere quanto effettivamente deve ancora versargli.

La busta paga di chiusura, infatti, è un documento particolarmente importante per il lavoratore in quanto contiene le spettanze di fine rapporto, incluso il TFR.

Si tratta quindi di una busta paga più “ricca” del solito che il datore di lavoro, evitando di consegnare, tenta di non pagare o di pagare in misura ridotta.  

Come può tutelarsi il lavoratore in questi casi? Vediamolo insieme.

La mancata consegna della busta paga di chiusura, come ottenerla?

Anzitutto, è bene sapere che in caso di mancata o ritardata consegna della busta paga sono previste sanzioni pecuniarie per il datore di lavoro.

Ma come riuscire ad ottenere la busta paga per conoscere quanto il datore deve ancora pagare al termine del rapporto di lavoro?

In questi casi è possibile rivolgersi ad un avvocato esperto in diritto del lavoro.

L’avvocato, in prima battuta, invierà una lettera di diffida al datore di lavoro intimandogli di inviare immediatamente la busta paga al lavoratore.

Nel caso in cui il datore non adempia nel termine di circa 7-10 giorni dalla diffida, l’avvocato potrà formulare un ricorso in tribunale.

Si tratta di un ricorso per decreto ingiuntivo per consegna di cosa mobile, ossia la busta paga.

Le tempistiche possono variare, ma il decreto ingiuntivo solitamente viene emesso dal tribunale in circa 20 giorni lavorativi.

Una volta emesso il decreto ingiuntivo, l’avvocato lo notificherà al datore di lavoro. Se il datore di lavoro ha una PEC (posta elettronica certificata), la notifica sarà telematica e avverrà entro pochi minuti dall’invio.

Se il datore di lavoro continua a non consegnare la busta, dopo 40 giorni dalla notifica del decreto, l’avvocato invierà l’atto di precetto intimandogli di consegnarla entro 10 giorni.

Trascorsi inutilmente anche questi ultimi 10 giorni, l’avvocato potrà rivolgersi all’Ufficiale Giudiziario affinché recuperi dal datore di lavoro la busta paga.

Ma attenzione, queste tempistiche possono ridursi notevolmente nel caso in cui il decreto ingiuntivo sia stato dichiarato dal giudice “provvisoriamente esecutivo”.

In tal caso, infatti, l’avvocato notificherà unitamente al decreto ingiuntivo anche l’atto di precetto, intimando al datore di lavoro di consegnare la busta entro 10 giorni (senza dover quindi attendere i precedenti 40).

Naturalmente, anche in tal caso, se il datore di lavoro non consegna la busta paga entro 10 giorni, l’avvocato si rivolgerà all’Ufficiale Giudiziario per il recupero forzato della busta.

La mancata consegna della busta paga di chiusura, come conoscere l’importo del TFR?

Come detto, la busta paga di chiusura deve contenere anche l’indicazione del TFR spettante al lavoratore.

Pertanto, in caso di mancata consegna della busta paga di chiusura, il lavoratore può avere difficoltà a conoscere l’esatto importo del suo TFR.

In tal caso, oltre a richiedere l’immediata consegna della busta paga, tramite i passaggi visti in precedenza, è possibile conoscere l’importo del proprio TFR verificando la Certificazione Unica (CU) rilasciata dal datore di lavoro.

Bisogna però ricordare che la CU dell’anno corrente contiene l’indicazione del TFR presente in azienda sino al 31 dicembre dell’anno precedente.

Pertanto, se si dispone della CU dell’anno successivo a quello di chiusura del rapporto (es. rapporto terminato nel 2022 e si possiede la CU 2023) sarà possibile utilizzarla per domandare in Tribunale l’immediato pagamento del TFR.  

Per sapere come recuperare il TFR leggi il nostro articolo “Recuperare il TFR non pagato

Conclusioni

La mancata consegna della busta paga di chiusura è una pratica illegittima da parte del datore di lavoro, che può lasciare il dipendente nell’incertezza riguardo alle sue effettive spettanze di fine rapporto, tra cui il TFR.

Per tutelarsi in caso di mancata consegna della busta paga, il lavoratore può rivolgersi ad un legale per la formulazione di un decreto ingiuntivo.

Le tempistiche per ottenere il decreto ingiuntivo possono variare, ma generalmente richiedono circa 20 giorni lavorativi.

Se il datore di lavoro continua a non consegnare la busta paga, l’Ufficiale Giudiziario potrà intervenire per il recupero forzato.

Infine, per conoscere l’importo del TFR in assenza della busta paga, il lavoratore può consultare la Certificazione Unica (CU) rilasciata dal datore di lavoro. In particolare, se si dispone della CU dell’anno successivo al termine del rapporto, è possibile utilizzarla per richiedere il pagamento immediato del TFR tramite ricorso in tribunale.

Nota bene

Il presente articolo ha il solo scopo di fornire informazioni di carattere generale sulle ultime novità normative e giurisprudenziali relative ai temi trattatati dallo Studio Legale.

Di conseguenza, non costituisce un parere legale né può in alcun modo considerarsi come sostitutiva di una consulenza.

Se vuoi leggere ulteriori nostri articoli li trovi qui

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