Oggi parleremo di come si calcolano i giorni di malattia e delle conseguenze che derivano dal superamento del periodo di comporto.
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Quando si parla del periodo di comporto, si fa riferimento al tempo durante il quale, in caso di assenza per malattia o per infortunio, il lavoratore ha diritto a conservare il posto di lavoro.
Di conseguenza, superato tale termine il datore di lavoro sarà legittimato a licenziare il lavoratore.
Si parla di comporto “secco” quando il computo dei giorni si riferisce ad un’unica e ininterrotta malattia.
Si parla, invece, di comporto per “sommatoria” quando ai giorni di malattia si alternano ai giorni lavorati ma la loro sommatoria può portare al licenziamento.
È quindi di facile intuizione l’importanza di saper correttamente individuare la data o il termine oltre la quale si rischierà il licenziamento.
Ne abbiamo parlato con maggior dettaglio nel seguente articolo Licenziamento per superamento del periodo di comporto.
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Come detto, fintanto che i giorni di malattia non superano quelli previsti dal periodo di comporto, il datore di lavoro non potrà procedere al licenziamento del lavoratore.
Il datore di lavoro, pertanto, nella lettera di licenziamento è tenuto ad indicare i periodi di malattia del lavoratore, così da permettere la verifica del superamento del periodo di comporto.
È quindi fondamentale che il lavoratore sia in grado di procedere al calcolo dei giorni indicati nella lettera di licenziamento, anche per verificare che questi siano effettivamente dei giorni di malattia.
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A tal proposito, è recentemente intervenuta una sentenza della Corte di Cassazione1 che ha dichiarato l’illegittimità del licenziamento irrogato ad una lavoratrice dipendente del Ministero dell’interno in quanto nel computo dei giorni erano state conteggiate anche assenze ingiustificate (e non giorni di malattia).
Pertanto, se si riceve una lettera di licenziamento per superamento del periodo di comporto o ci si trova a dover comunicare il superamento del comporto, è fondamentale procedere alla corretta verifica dei giorni indicati, per capire quindi se siano effettivamente imputabili alla malattia e se, conseguentemente, sia stato oppure no superato il periodo di comporto.
Nel caso il computo dei giorni di malattia sia erroneo, il lavoratore avrà a disposizione entro 60 giorni dalla ricezione della comunicazione per impugnarlo.
Potrebbe interessarti anche sapere se la disabilità è oggetto di calcolo ai fini del periodo di comporto. Ne abbiamo già parlato in questo articolo La disabilità si calcola ai fini del comporto?.
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Nota bene
Il presente articolo ha il solo scopo di fornire informazioni di carattere generale sulle ultime novità normative e giurisprudenziali relative ai temi trattatati dallo Studio Legale.
Di conseguenza, non costituisce un parere legale né può in alcun modo considerarsi come sostitutiva di una specifica consulenza legale.
1Cassazione Civile, sentenza n. 8628 del 16 marzo 2022
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