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Sul quotidiano “La Repubblica” del 26 febbraio scorso la notizia di un dipendente AMA che ha subito aggressioni e vessazioni all’interno dell’azienda, solleva una serie di questioni sul licenziamento per superamento del periodo di comporto.
In particolare, il dipendente è stato licenziato per essersi assentato troppo a causa della sua malattia, ma la situazione era dovuta alle condizioni di lavoro.
Punti Salienti
Secondo la notizia le aggressioni e le vessazioni subite dal dipendente all’interno dell’azienda hanno avuto un impatto diretto sulla sua salute mentale e fisica, rendendolo incapace di svolgere determinati ruoli.
L’azienda ha tentato senza successo di ricollocarlo in vari ruoli. Il lavoratore si è trovato così in una situazione difficile e ha dovuto assentarsi numerose volte dal lavoro, fino al licenziamento.
Tuttavia, il dipendente AMA non è rimasto con le mani in mano dopo il licenziamento. Infatti, ha avviato una causa contro l’azienda, contestando il suo licenziamento e chiedendo un risarcimento per i danni subiti. Inoltre, ha fatto domanda all’INAIL per l’indennizzo dei danni da infortunio sul lavoro.
Quando si parla del periodo di comporto, si fa riferimento al tempo durante il quale, in caso di assenza per malattia o per infortunio, il lavoratore ha diritto a conservare il posto di lavoro.
Di conseguenza, superato tale termine il datore di lavoro sarà legittimato a licenziare il lavoratore.
La giurisprudenza si è più volte pronunciata stabilendo che il lavoratore non può essere licenziato per il superamento del periodo di comporto se la sua assenza dal lavoro è stata causata dalla responsabilità del datore di lavoro. In questo caso, infatti, il datore di lavoro avrebbe commesso una grave violazione degli obblighi contrattuali e di legge nei confronti del lavoratore, che sarebbe stato privato del diritto alla tutela della salute e alla ripresa dell’attività lavorativa.
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Nota bene
Il presente articolo ha il solo scopo di fornire informazioni di carattere generale sulle ultime novità normative e giurisprudenziali relative ai temi trattatati dallo Studio Legale.
Di conseguenza, non costituisce un parere legale né può in alcun modo considerarsi come sostitutiva di una specifica consulenza legale.
Foto di Kevin Andre su Unsplash
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