Il contratto di lavoro a tempo determinato, noto anche come contratto a termine, è un tipo di rapporto di lavoro in cui il lavoratore viene assunto per un periodo di tempo specifico. Esso deve essere redatto per iscritto e dovrà indicare sia la data di inizio che quella di fine del rapporto di lavoro. Ma quanto può durare un contratto a termine?
Prima di rispondere a questa domanda, alcune precisazioni utili.
È importante premettere che la durata finale deve essere indicata in modo chiaro nel contratto, poiché in mancanza di questo dettaglio il contratto potrà essere considerato a tempo indeterminato.
Ad esempio, se si inizia il rapporto di lavoro in modo irregolare (c.d. in nero), la mancanza di un contratto comporterà la conversione dello stesso. Ciò anche nel caso in cui al lavoratore venga fatto successivamente fatto firmare un contratto in data successiva. Sul punto, ne abbiamo parlato in questo precedente articolo sul c.d. contratto a termine in nero.
non è, quindi, sufficiente la consegna al predetto lavoratore del documento sottoscritto dal solo datore, poiché la consegna in questione – benché seguita dall’espletamento di attività lavorativa – non è suscettibile di esprimere inequivocabilmente una accettazione (peraltro irrilevante ove manifestata per fatti concludenti) della durata limitata del rapporto, ma, plausibilmente, la semplice volontà del lavoratore di esser parte di un contratto di lavoro” (Tribunale Avellino, Sez. lavoro, Sentenza, 01/02/2023, n. 82)
In un recente caso trattato dal Tribunale di Avellino si è ad esempio precisato che
Ci sono alcune limitazioni alla stipula di un contratto a tempo determinato. Non è infatti possibile utilizzarlo per sostituire lavoratori in sciopero, né presso unità produttive che hanno subito licenziamenti collettivi negli ultimi 6 mesi. Eccezione a questa regola riguarda il caso in cui il contratto a tempo determinato sia stato stipulato per sostituire lavoratori assenti o per assumere lavoratori iscritti nelle liste di mobilità con una durata iniziale non superiore a 3 mesi.
Inoltre, i datori di lavoro che non hanno effettuato la valutazione dei rischi richiesta dalla normativa sulla salute e sicurezza dei lavoratori non possono stipulare contratti a tempo determinato.
Se viene violato uno di questi divieti, il contratto si trasforma automaticamente in un contratto a tempo indeterminato.
È previsto anche un limite quantitativo per l’assunzione di lavoratori a tempo determinato. Salvo diversa disposizione dei contratti collettivi, il numero di lavoratori a tempo determinato non può superare il 20% del numero dei lavoratori a tempo indeterminato in forza al 1° gennaio dell’anno di assunzione. Se si supera questo limite, è prevista una sanzione amministrativa per ogni lavoratore in eccesso.
La durata massima del contratto a tempo determinato è di 12 mesi, ma è possibile superare tale durata fino a un massimo di 24 mesi ma solo a specifiche condizioni. Sul punto, ne abbiamo parlato in questo precedente articolo sulle nuove regole previste per il contratto a termine.
Superato il limite di durata massima, il lavoratore ha diritto alla conversione del contratto in un contratto a tempo indeterminato.
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Nota bene
Il presente articolo ha il solo scopo di fornire informazioni di carattere generale sulle ultime novità normative e giurisprudenziali relative ai temi trattatati dallo Studio Legale.
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Foto di Lukas Blazek su Unsplash
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